Installare un impianto fotovoltaico è un passo importante da fare, verso un risparmio economico ma anche per la salvaguardia del nostro pianeta.
Tuttavia è comprensibile che possano esistere dei timori, perché è un investimento iniziale importante.
Sicuramente ti verranno mille dubbi, ma non temere: questo articolo ti aiuterà a risolverli tutti.
Indice
- Cos'è un impianto fotovoltaico?
- Come funziona un pannello?
- Cosa significano le sigle kW e kWh
- Quando conviene passare al fotovoltaico?
- Dove si installa?
- Perché passare al fotovoltaico
- Quale tipo di impianto è più adatto?
- Cosa è un sistema di accumulo e quando serve
- Quanto costa un impianto?
- In cosa consiste la manutenzione?
- Qual è la vita media di un impianto?
- Che fine fa un impianto dopo il suo utilizzo
Cos'è un impianto fotovoltaico?
Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico composto da varie parti:
- Moduli fotovoltaici (i cosiddetti “pannelli”)
- Inverter
- Cablaggi
In alcuni casi possono essere presenti anche ulteriori componenti, come meccanismi di inseguimento della luce solare o sistemi di accumulo, di cui parleremo più tardi.
Tutto quello che abbiamo visto finora serve essenzialmente ad un unico scopo: catturare la luce solare e trasformarla in elettricità, da immettere in rete, usare sul momento o accumulare in un sistema apposito.
Come funziona un pannello?
Come abbiamo accennato sopra, un impianto è composto da uno o più moduli fotovoltaici.
I pannelli non sono tutti uguali ed è infatti fondamentale capire le differenze tra ognuno di essi per poter scegliere nel modo più adeguato.
1. Potenza
Innanzitutto è fondamentale sapere che esistono pannelli monocristallini e policristallini; nonostante possa sembrare strano, i primi hanno una potenza maggiore (300-600 W) rispetto ai secondi (250-300 W).
2. Coefficiente di temperatura
Ogni pannello ha caratteristiche dovute a materiali, procedure e tecniche usate per la sua costruzione e fra queste troviamo proprio il coefficiente di temperatura.
Questo è un indicatore della capacità di produrre energia del pannello in base al clima in cui si trova. Meno sensibile sarà il pannello alla variazione di temperatura, migliore sarà ovviamente la sua resa.
3. Paese di origine
Il paese di produzione del modulo fotovoltaico potrebbe incidere sulla sua qualità.
Questo accade, per esempio, perché la normativa vigente nell’Unione Europea è molto più stringente rispetto ad altri paesi Extra-UE. Di conseguenza i costi si abbassano, ma così anche la qualità – non sempre, ma spesso.
Importante: TIER1 è una classificazione che indica la stabilità finanziaria e capacità bancaria dell’azienda produttrice, un parametro da tenere in considerazione.
L’inverter è il secondo importante componente dell’impianto fotovoltaico; questo ha diverse funzioni:
- Trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata, quella che semplicemente esce dalle prese che abbiamo in casa, utilizzabile dalle nostre apparecchiature.
- Si interfaccia con la rete elettrica e protegge l’impianto, spesso tramite un quadro elettrico montato insieme ad esso.
- Monitora e permette di gestire l’impianto fotovoltaico secondo diverse modalità (schermo integrato, app mobile, apparecchi esterni)
Una cosa importante da tenere a mente è il posizionamento dell’inverter, anche considerando l’eventuale presenza dei sistemi di accumulo, ma di questo parleremo più avanti.
In sostanza quindi, quando la luce del sole colpisce la superficie del pannello fotovoltaico, si innescano dei processi chimici per cui i fotoni avviano un flusso di elettroni, ovvero generano corrente.
Questa corrente però non è utilizzabile direttamente dai nostri apparecchi, perché è continua; qui entra in gioco l’inverter, che la trasforma in corrente alternata (rendendola utilizzabile in casa) e la scambia in rete, oltre a permetterci di monitorare il tutto.
Cosa significano le sigle kW e kWh
Parlare di kW e kWh nel contesto di energia solare è fondamentale. Per capire la differenza tra le due ti basta immaginare di essere con la macchina in autostrada:
La velocità a cui viaggi è paragonabile ai kW, ovvero alla potenza; più veloce va la macchina (più potenza genera l’impianto), più sarai in grado di sorpassare gli altri (più elettrodomestici potrai accendere contemporaneamente).
La distanza che percorri invece è paragonabile al kWh; in un’ora percorri 120 Km andando a 120 Km/h, così come un’impianto che eroga 1 kW continuamente per 1 ora produrrà 1 kWh di energia.
Quando conviene passare al fotovoltaico?
Il passaggio all’energia solare è un investimento che secondo noi è sempre più conveniente da affrontare. In vista di una sempre maggiore elettrificazione (basti pensare alla diffusione dei veicoli elettrici o alle smart homes) per via della riduzione del consumo di combustibili fossili, poter contare su fonti pulite di elettricità è fondamentale.
Detto questo, ci sono dei casi in cui l’installazione di un impianto fotovoltaico porta pochi vantaggi o è impossibile; abbiamo raccolto tutti questi casi e li abbiamo esplorati nel nostro e-book “Il fotovoltaico senza illusioni”.
Se vuoi scaricarlo gratuitamente e capire se rientri tra chi beneficia dall’installazione, puoi farlo a questo link.
Dove si installa?
L’ideale per l’installazione di un impianto fotovoltaico sarebbe disporre di una zona ben esposta alla luce solare e priva di ombre durante le ore di picco. I tetti sono spesso la scelta più comune per l’installazione di un impianto fotovoltaico, poiché offrono un’ampia area esposta al sole.
Caratteristiche importanti del tetto da tenere in considerazione sono:
- Resistenza strutturale – un tetto classico con tegole supporta l’installazione del fotovoltaico, un tetto in paglia stile cottage no.
- Inclinazione – quella ideale è di solito tra i 20° ed i 45°, in modo da assorbire più luce solare possibile.
- Ombreggiamento – eventuali ostacoli, come camini, alberi o altri edifici, possono diminuire sostanzialmente la produzione dell’impianto.
- Orientamento – nel nostro emisfero l’ideale è rivolgere i pannelli verso Sud, mentre in quello australe la direzione consigliata è il Nord.
Escluso il primo punto, queste caratteristiche sono da considerare anche nel caso tu voglia installare un impianto a terra.
In sostanza, se la zona in cui intendi installare il tuo impianto è particolarmente ombreggiata, poco stabile a livello strutturale o orientata verso direzioni diverse dal Sud, sarebbe necessaria una valutazione più approfondita prima di procedere.
Perché passare al fotovoltaico
L’energia solare ha dei vantaggi evidenti, sia rispetto alle fonti tradizionali di energia che in sé e per sé:
1. Rispetto per l’ambiente
Ovviamente, rispetto alle fonti tradizionali di energia, il fotovoltaico rappresenta una fonte più ecologica; questo significa che ha meno emissioni di CO2 per kWh di energia prodotta.
Nonostante esistano fonti energetiche ancora meno emissive, il pannello che puoi installare a casa tua inquina già 10 volte meno del gas naturale (e fino a 30 volte meno di una centrale a carbone).
2. Risparmio economico
Un impianto fotovoltaico al massimo delle sue capacità può portare un risparmio in bolletta del 30%. In presenza di un sistema di accumulo, tuttavia, il risparmio può arrivare fino al 70%. Ci sono dei costi che non possono essere annullati, ma con un fotovoltaico progettato su misura si può arrivare ad un risparmio davvero importante.
3. Indipendenza
Grazie all’energia generata dall’impianto, è possibile scollegarsi dalla rete elettrica nazionale. In questo modo anche i costi fissi legati alla gestione e distribuzione dell’energia verrebbero annullati, facendo forza esclusivamente sulle proprie risorse. Questa non è una scelta sempre consigliabile, ma in alcuni casi può essere fattibile.
Quale tipo di impianto è più adatto?
Nel secondo paragrafo non abbiamo parlato di cosa siano impianti monofase e trifase.
La differenza tra i due riguarda il numero di fasi del sistema di alimentazione elettrica a cui l’impianto è collegato.
Un impianto fotovoltaico monofase è collegato a una linea di alimentazione a due fili e fornisce energia ad una tensione di 230V. Questo tipo di impianto è adatto per le abitazioni di piccole dimensioni o per utenze a basso consumo, come ad esempio gli uffici o i piccoli negozi.
Un impianto fotovoltaico trifase, invece, è collegato a una linea di alimentazione a tre fili e fornisce energia ad una tensione di 400V.
Questo tipo di impianto è adatto per le abitazioni di grandi dimensioni, gli edifici commerciali e le attività industriali, che richiedono un maggior consumo di energia.
La scelta del primo piuttosto che del secondo dipende dalle esigenze energetiche dell’utenza e dalle caratteristiche del sistema di alimentazione elettrica a cui è collegato.
Ricordando che è sempre meglio affidarsi ad una valutazione professionale, possiamo comunque dire che un impianto monofase è ciò che fa al caso della maggior parte dei privati.
Cosa è un sistema di accumulo e quando serve
Un sistema di accumulo è un insieme di batterie che consentono di immagazzinare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico quando non viene utilizzata e di utilizzarla in seguito quando l’impianto non è in grado di produrre energia, ad esempio durante la notte o in caso di maltempo.
In questo modo, si evita di dover acquistare energia dalla rete elettrica quando non si dispone di abbastanza energia.
Le batterie vengono caricate quando l’impianto produce più energia di quanta ne viene utilizzata in un dato momento, e rilasciano l’energia immagazzinata quando l’impianto non è in grado di stare al passo dei consumi.
Un sistema di questo tipo risulta utile per massimizzare l’utilizzo dell’energia elettrica prodotta, nonché per potersi scollegare dalla rete nazionale.
Ovviamente ci sono dei lati negativi: un sistema di accumulo ha un costo elevato e richiede manutenzione periodica, come ad esempio la sostituzione delle batterie. Inoltre, se l’impianto fotovoltaico produce abbastanza energia da soddisfare completamente il consumo dell’utenza durante il giorno, un sistema di accumulo potrebbe non essere necessario e comporterebbe una spesa pressoché inutile.
Anche in questo caso, il nostro consiglio rimane quello di valutare la situazione insieme ad un esperto.
Quanto costa un impianto?
Un impianto fotovoltaico ha un costo molto variabile, che dipende dalle tue esigenze;
a seconda di quanta potenza serve, del tipo di pannello, dei componenti dell’impianto ecc., il prezzo può oscillare molto.
Ad ogni modo, è comprensibile e giusto che tu chieda preventivi a più aziende. Quello che ci sentiamo di consigliarti è di valutare attentamente ognuno di essi, tramite dei semplici criteri:
1. Prezzo
Uno dei fattori principali è sicuramente il budget che hai a disposizione. Fai attenzione però: non sempre il preventivo più economico è quello migliore. Ti consigliamo di fare una lista di tutto ciò che ti offre ogni singolo preventivo e valutare alla fine. Ricorda inoltre che un impianto, come abbiamo visto sopra, non è composto solo dai pannelli ma anche da molti altri componenti.
2. Qualità
Come abbiamo già accennato sopra, alcune marche di componenti potrebbero risparmiare sulla qualità del prodotto per avere dei prezzi più competitivi; ancora una volta ti consigliamo di controllare la certificazione TIER1, che indica la stabilità bancaria e finanziaria dell’azienda produttrice. Inoltre, controlla anche che la gestione e la manutenzione siano incluse nel preventivo.
3. Burocrazia
Le spese burocratiche sono spesso sottovalutate, ma in realtà pesano sul costo finale di un impianto. Ti consigliamo di verificare che i professionisti a cui ti rivolgerai si occupino della parte burocratica per te.
In cosa consiste la manutenzione?
Per far sì che il tuo impianto rimanga produttivo nel tempo dovrai mantenerlo.
Distinguiamo tra manutenzione straordinaria e ordinaria: nel primo caso rientrano tutte le operazioni per la riparazione o rimpiazzo di componenti mal funzionanti o danneggiati, che possono essere pannelli, cavi, inverter, batterie.
Nel secondo caso invece rientrano tutte le operazioni per la manutenzione in buone condizioni di produzione e sicurezza dell’impianto.
Tra queste troviamo ad esempio il controllo dei cavi elettrici, la taratura dell’inverter e la sostituzione di parti usurate.
Questo secondo tipo di manutenzione è quello che dovrai fare autonomamente: operazioni molto semplici, di routine, come il controllo visivo dell’impianto ed il lavaggio dei pannelli sono fondamentali per mantenere l’impianto in piene forze.
Non devi preoccuparti: per lavare i tuoi pannelli basterà acqua (se possibile demineralizzata) e qualcosa con cui strofinarli.
Se controllerai i tuoi pannelli periodicamente non avrai nulla di cui preoccuparti.
Per caso hai un impianto fotovoltaico?
Abbiamo creato un form per sapere se il tuo impianto produce quanto dovrebbe. Dovrai solo inserire i dati richiesti e ti arriverà un pdf con l’efficienza del tuo impianto.
Qual è la vita media di un impianto?
A seconda di diversi fattori, la vita di un impianto può essere più o meno lunga. La qualità dei componenti, una manutenzione corretta, le caratteristiche dell’installazione e il tipo di agenti climatici a cui è esposto l’impianto sono alcune delle variabili che possono modificare la sua durata.
Generalmente un impianto di buona qualità può arrivare oltre i 25 anni di vita, se mantenuto correttamente.
Ovviamente, se un impianto è esposto regolarmente ad agenti climatici più provanti, come gelo, vento forte e grandine, potrebbe subire dei danni e ridurre la sua durata.
Ad ogni modo, grazie ad una valutazione preliminare accurata, puoi essere sicuro di rientrare nella spesa iniziale: in genere si ha un ritorno dell’investimento nel giro di 10 anni, ovvero ben prima che l’impianto arrivi a fine vita.
Che fine fa un impianto dopo il suo utilizzo
Gli impianti fotovoltaici possono essere riciclati e i materiali utilizzati nei pannelli solari e negli altri componenti dell’impianto possono essere recuperati e riutilizzati.
Il riciclaggio degli impianti fotovoltaici è importante non solo per ridurre l’impatto ambientale dell’impianto, ma anche per recuperare i materiali preziosi presenti nei pannelli solari, come il silicio, che sono limitati e costosi da estrarre.
In alternativa al riciclaggio, gli impianti fotovoltaici possono essere smaltiti in discariche specializzate.
Tuttavia, lo smaltimento in discarica può avere un impatto ambientale negativo, poiché i materiali presenti nei pannelli solari possono contaminare il terreno e le acque sotterranee. Pertanto, il riciclaggio è sempre la soluzione preferibile per lo smaltimento degli impianti fotovoltaici.
Schema di un impianto fotovoltaico con accumulo
13 Dicembre 2024Fotovoltaico su pensilina: porta davvero risparmio?
30 Novembre 2024Gli accessori per fotovoltaico che ti servono davvero
15 Novembre 2024La migliore batteria per fotovoltaico Huawei
31 Ottobre 2024Il fotovoltaico conviene o no? Alcune dritte per calcolarlo
17 Ottobre 2024