Di tutti gli impianti incentivati di cui abbiamo parlato, sicuramente la maggior parte fa riferimento al Conto Energia, un incentivo che ha avuto ben 4 proroghe dalla sua introduzione. In sostanza si tratta di un sistema che non solo ha reso più facile l’installazione di un impianto fotovoltaico, ma anche più redditizia la sua produzione, per via degli incentivi economici basati proprio su quest’ultimo parametro.
Siccome ci sono ancora molti dubbi sul Conto Energia in questo articolo faremo una panoramica di alcuni aspetti utili, partendo dalla storia dei vari Conti Energia (e di cosa significano a livello pratico per chi ha un impianto), passando per le modalità di pagamento dei corrispettivi fino ad arrivare alle accortezze ed ai vincoli che questi incentivi pongono su chi ha un impianto fotovoltaico.
È ancora possibile installare un impianto grazie al Conto Energia?
Se stai pensando di installare un impianto grazie al Conto Energia, mi dispiace ma non puoi più farlo.
Il Conto Energia è entrato in vigore in Italia dal 2006, col decreto del 6 febbraio dello stesso anno. In sostanza si trattava di un modo per incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici, premiando anche la produzione. Parlo al passato perché l’ultima “mandata” di impianti in Conto Energia è avvenuta nel 2013, anno in cui è entrata in vigore la quarta e ultima proroga (quinto Conto Energia).
Nel tempo i decreti hanno semplicemente aggiustato alcuni parametri, come l’incentivazione e la retribuzione degli impianti che venivano installati, oltre che fissare un tetto massimo annuo di incentivi: è proprio perché si sono raggiunti i 6,7 miliardi in incentivi che a metà 2023 si è interrotta l’iniziativa.
Il resto della storia ci interessa poco: ciò che è importante è che se oggi tu volessi sfruttare il Conto Energia, purtroppo saresti arrivato troppo tardi. Nessun nuovo impianto può godere degli incentivi forniti dai 5 Conti Energia.
L’unico tipo di retribuzione previsto per un nuovo impianto è quello regolato dallo Scambio sul Posto o dal Ritiro Dedicato, che non premiano più la produzione pura, ma piuttosto la vendita o l’immissione in rete dell’energia prodotta.
Però, siccome ancora moltissimi impianti costruiti in Conto Energia risultano attivi, probabilmente sei qui per capire come vengono calcolati e pagati i corrispettivi; per questo esiste il prossimo paragrafo.
Come funzionano i pagamenti del Conto Energia
Chi ha già un impianto incentivato, costruito dal 2006 al 2013, dovrebbe ricevere regolarmente i pagamenti da parte del GSE.
Le domande che possono sorgere a questo punto però sono due: come vengono calcolate queste rate? Quando dovrebbero arrivare i pagamenti dal GSE?
Sono domande giuste a mio parere, non solo perché è lecito avere queste informazioni, ma anche perché è l’unico modo in cui puoi verificare se tutto sta procedendo a dovere.
Ad esempio, se non sai quante rate dovrebbero arrivarti per il Conto Energia, può darsi che tu te ne perda una senza neanche accorgertene; in questo modo non solo rinunceresti a dei soldi che ti spettano di diritto, ma probabilmente sorvoleresti anche su un probabile guasto che sta avendo il tuo impianto.
Quindi, domanda numero uno: come vengono calcolati i corrispettivi?
Il GSE effettua quattro rilevazioni durante l’anno, rispettivamente nei mesi di gennaio, aprile, luglio ed ottobre.
Questo significa che in ognuno dei quattro mesi elencati sopra il GSE fa un’analisi (che vediamo a brevissimo), per aggiornare la rata di acconto che deve inviarti, basandosi sulla produzione storica del tuo impianto.
E a livello pratico?
Mettiamo che sia il mese di ottobre, che è il più vicino nel momento in cui sto scrivendo questo articolo.
Io, (che in questo esempio sarò il GSE) consultando i dati che mi vengono trasmessi dal tuo gestore, calcolerò la produzione degli ultimi 12 mesi a ritroso, partendo da due mesi fa.
Quindi, partendo dal mese di agosto di quest’anno, arriverò a calcolare fino a settembre dell’anno scorso, per capire come è andato il tuo impianto e quanto ha prodotto.
Per completezza, ti lascio un grafico di esempio che parte da ottobre 2017, preso direttamente dal sito del GSE.
Le rate che poi il GSE ti pagherà sono due: una di acconto e una di conguaglio.
Perché quella di conguaglio?
Ad esempio può capitare che il tuo gestore comunichi in ritardo i dati di produzione; in questo caso, piuttosto che rendere la procedura inutilmente complessa modificando le rate, il GSE preferisce un conguaglio l’anno successivo, in cui rettifica il pagamento in base a ciò che effettivamente è successo l’anno precedente.
Come evitare problemi ad un impianto in Conto Energia
Ora che hai capito come viene calcolata la rata per gli impianti in Conto Energia, sai anche indirettamente che se i conti non tornano è perché è successo qualcosa.
Trovare un problema ad un impianto incentivato con questo tipo di contratto è abbastanza semplice, perché se l’impianto produce poco o non produce affatto, i corrispettivi smettono di arrivare.
Quindi, se noti qualcosa di strano nei pagamenti del GSE, è probabile che il tuo impianto abbia avuto un calo nella produzione.
Questo può derivare da tantissime cause: mancata manutenzione, declino naturale, ostacoli dovuti da animali o vegetazione, ecc.
Per capire cosa sia successo prima di mettere effettivamente mano all’impianto abbiamo uno strumento utilissimo: la relazione sull’impianto fotovoltaico.
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A volte il problema è risolvibile con poco!
Vincoli specifici del Conto Energia per il tuo fotovoltaico
Essendo una forma di contratto molto particolare, se hai un impianto installato in Conto Energia ci sono un paio di accortezze che ti consiglio di tenere d’occhio.
Prima su tutte la gestione del fine vita del tuo impianto.
Lo smaltimento dei pannelli non è solo a carico tuo, ma ha anche un costo.
Da contratto, il GSE ritira automaticamente una cifra di 10€/pannello trattenendola dai corrispettivi per l’incentivazione.
In soldoni, se hai un impianto domestico (come dovresti avere, visto che diventa industriale sopra ai 10 kW), il quindicesimo anno di incentivazione il GSE tratterrà dalla tua retribuzione 10€ per ogni pannello incentivato che hai sul tetto.
Semplice no?
Come dicevo prima, però, il conferimento è a carico tuo e richiede anche dei documenti da consegnare al GSE.
Una volta portati i pannelli in un centro di smaltimento comunale (puoi controllare quale sia il più vicino e comodo a questo link), dovrai consegnare al GSE il documento di avvenuta consegna, che puoi trovare nelle Istruzioni Operative fornite dal GSE stesso.
La seconda accortezza che vorrei comunicarti riguarda gli interventi di manutenzione sul tuo impianto incentivato.
Con l’obiettivo di semplificare le procedure generali, il GSE ha ampliato gli interventi non significativi (che non richiedono comunicazioni al GSE) ed ha modificato quelli significativi (che invece richiedono una comunicazione).
Senza inviare alcuna comunicazione al Gestore dei Servizi Energetici, attualmente puoi:
- Spostare inverter e componenti minori
- Installare ottimizzatori o inseguitori solari
- Ampliare o potenziare i pannelli (solo se non incentivati)
- Intervenire sulle strutture di sostegno dei moduli
Se il tuo impianto ha potenza inferiore a 3 kW, inoltre, puoi intervenire quasi sempre senza comunicare nulla al GSE, tranne quando vuoi installare un sistema di accumulo o sostituire/rimuovere dei moduli dall’impianto.
Per quanto riguarda invece gli interventi con obbligo di comunicazione, sono inclusi:
- Spostamento dell’impianto
- Sostituzione o rimozione dei moduli
- Interventi di edilizia sul supporto su cui è installato l’impianto
- Modifica del punto di connessione
- Installazione di un sistema di accumulo o modifica della cessione di energia alla rete
Per una lista completa, in ogni caso, ti rimando al sito del GSE.