L’hotspot fotovoltaico è un fenomeno da temere

L’hotspot fotovoltaico è un fenomeno da temere

Quando si parla di hotspot fotovoltaico (o hot spot fotovoltaico, come lo chiama qualcuno) si intende un fenomeno che può rovinare definitivamente un pannello fotovoltaico. Ultimamente lo abbiamo notato spesso negli impianti dei nostri clienti ed è, purtroppo, un evento da cui non si può tornare indietro. Spesso accade per via di oggetti che si depositano sui pannelli, come foglie o altri detriti, che a lungo andare causano un malfunzionamento delle celle e, di conseguenza, dell’intero impianto.

Oggi voglio spiegarti non solo di cosa si tratta e perché avviene, ma anche come lo rileviamo e quali sono i passi per difendere il tuo impianto dalla rottura.

Cos'è l'effetto hotspot fotovoltaico?

In sostanza, si parla di hotspot quando c’è il surriscaldamento di almeno una cella in condizioni ombreggiate.

Per farti capire meglio vediamo direttamente un esempio.

Immagina che una foglia si depositi su uno dei tuoi pannelli; se non controlli periodicamente lo stato dei pannelli, la foglia potrebbe rimanere ferma in quel punto per chissà quanto tempo ed a quel punto sorgerebbero i primi veri problemi di hotspot fotovoltaico.

Perché una delle celle sarebbe ombreggiata, mentre le altre proverebbero a proseguire con la loro produzione standard. A livello tecnico si creerebbe una differenza di amperaggio tra le celle che producono e quelle ombreggiate, con un conseguente surriscaldamento di queste ultime: per questo spesso troviamo delle foglie “abbrustolite” sopra ai pannelli!

Il problema non è tanto la dissipazione di calore, quanto il deterioramento massiccio a cui vanno incontro le saldature delle celle e il pannello che perde la sua capacità di produrre energia elettrica.

Spesso e volentieri conviene cambiare direttamente il pannello, perché una volta verificato l’effetto hotspot ci sono poche soluzioni da attuare.

Ora, sicuramente avrai l’impulso di andare a controllare i pannelli sul tuo tetto, per vedere se sono in fiamme.

Purtroppo non è così semplice e anche noi ricorriamo a degli strumenti particolari per valutare la situazione.

Le foglie sui pannelli possono causare un fenomeno di hotspot fotovoltaico, che danneggerà l'impianto.

Come accorgersi di un hotspot fotovoltaico

Se ripensi alla foglia abbrustolita di prima (che in realtà potrebbero essere anche sporco o escrementi di animali), potresti pensare: “Se vado a vedere sul mio impianto e c’è una foglia secca sui pannelli, allora avrò subito un effetto hotspot, in caso contrario va tutto bene”.

Ti fermo subito: non è così.

La faccenda è leggermente più complicata, perché può darsi che la foglia abbrustolita si fosse già seccata prima di cadere, o magari può anche essere fresca, ma è la dodicesima che si ferma nello stesso punto nell’ultimo mese (va bene, sto esagerando, ma il punto non cambia!).

Senza contare che la foglia è solo una delle tante cause di un effetto hotspot e che in altri casi la distinzione non è così netta.

Proprio per questo gli unici metodi per capire con certezza se l’effetto hotspot è avvenuto o meno sono tecnici.

Spesso (ed è quello che facciamo anche noi) si usa una telecamera ad infrarossi, in grado di rilevare le differenze di temperatura tra le varie zone del pannello.

La rilevazione deve ovviamente essere fatta nei momenti più freschi della giornata, come la mattina presto: le celle stanno producendo ma ancora non sono roventi come potrebbero essere a mezzogiorno.

Di solito c’è una differenza di almeno una decina di gradi tra una cella normale ed una vittima di hotspot e, come dicevo prima, è probabile che il pannello sia da buttare.

La termorilevazione con la quale ci si accorge di un hotspot termico. Ci sono delle zone più chiare che indicano un surriscaldamento permanente.

Cosa si può fare contro l'effetto hotspot fotovoltaico?

Essendo un fenomeno subdolo, di cui spesso i nostri clienti non si rendono conto, è opportuno fare prevenzione tenendo delle accortezze particolari in fase di progettazione.

Noi di ND cerchiamo di prevenire a monte questo tipo di problemi: i pannelli che installiamo sono di produttori tecnologicamente all’avanguardia, come AIKO e Sunpower: questi ultimi hanno diversi vantaggi, tra cui una saldatura a serpentina, che limita già di per sé l’effetto hotspot, ma anche dei micro-inverter integrati.

Un’altra soluzione (sempre da calcolare in fase di progettazione) sono degli eventuali ottimizzatori.

In sostanza, se in assenza di ottimizzatori una cella guasta – o ferma – pregiudica l’intera produzione, con questi dispositivi si gestisce il tutto in parallelo: c’è una cella ombreggiata? Bene, viene esclusa dal circuito senza intaccare le altre.

Nonostante esistano delle soluzioni aggiuntive per il tuo impianto, ce n’è una sola che ti permette di farlo rimanere in salute senza installare dispositivi o precauzioni aggiuntive: una buona manutenzione.

Controllare periodicamente che tutto sia a posto è l’unico modo in cui i tuoi pannelli possono produrre sempre al massimo, a prescindere da cosa hai installato nell’impianto.

Anche perché la manutenzione non riguarda solo i pannelli, ma tutto quanto il sistema fotovoltaico: cablaggi, canaline, inverter, componenti strutturali, ecc.

 

Se hai notato che:

  • I tuoi pannelli producono un po’ meno del solito o le tue bollette sono gonfiate
  • I pannelli sono sporchi ma non hai tempo di pulirli
  • Qualche componente meccanica si sta indebolendo nel tempo

Allora quello che ti consiglio è di considerare un piano di manutenzione personalizzato.

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